ABSTRACT

Ho grandissima paura. Ecco’l fatto. E sarebbe più facile dire’l mio tutto in italiano, una lingua che da molto

è stata diventata per me come una lingua materna; cioè, la lingua più-chematerna, la lingua nel quale io vivo la mia vita più interiore, nel quale parlo col’io che esiste a priori dell’io musicista, l’io americana, l’io donna, anzi l’io lesbica. Sarebbe più facile in questa lingua che non è la mia perche qui, in questa lingua, non c’è l’illusione della naturale, della lingua “materna” e nativa che in verità è (già e sempre) la lingua dei padri; qui, in questa lingua, parlo della mia verità più originaria, cioè la mia verità di essere fuori sistema, sempre riconoscente di essere fuori sistema, e di esserne riconoscente prima che ho mai saputo di essere musicista, ó donna, ó lesbica; di esserla già e sempre quando non sono nessun’altra che questa.