ABSTRACT

Intanto, però, c’era un problema, piccolo ma angoscioso: dovevo telefonare per primo o dovevo aspettare che lei mi telefonasse? Cecilia aveva l’abi-tudine di telefonarmi tutti i giorni sempre alla stessa ora, la mattina verso le dieci, per salutarmi e confermarmi l’appuntamento del pomeriggio. Io potevo dunque

certamente aspettare anche quel giorno la sua telefonata, ma al tempo stesso temevo che non si facesse viva e uscisse, e così, quando mi fossi deciso a telefonarle io stesso, non ci fosse e io avessi a rimanere tutto il giorno nell’incertezza […] . […] io volevo che Cecilia mi telefonasse per prima per poter continuare a considerarla inesistente appunto perché disponibile; se invece

fossi stato io a telefonarle, avrei dovuto pensare a lei come a qualche cosa di reale, appunto perché problematico e sfuggente.