ABSTRACT

In linea con un andamento comune a tutta l'Europa Occidentale, negli ultimi decenni anche in Italia, come è noto, si è verificata una forte ripresa su larga scala di fenomeni legati alla cultura popolare, come ritualismi festivi, gastronomia locale e giochi, che sempre più vengono rilanciati, riattivati e in alcuni casi inventati dalle comunità locali per affermare e definire le proprie identità culturali. 1 In questo processo di revitalizzazione di tradizioni, che in passato si basavano prevalentemente su forme di espressione e di comunicazione in gran parte orale, la scrittura a stampa, intesa come forma di 'trascrizione' della tradizione prodotta entro un contesto locale e non accademico, riveste un ruolo rilevante. Rilevante, prima di tutto perché costituisce uno strumento di autenticazione, cioè di legittimazione della tradizione all'interno e all'esterno delle comunità interessate, nelle forme della comunicazione di massa. In secondo luogo perché tende a fissare e a cristallizzare nel presente le regole e le modalità cui le tradizioni devono adeguarsi, sottraendo fluidità al processo di trasmissione orale e instaurando percorsi comunicativi differenti. E infine perché permette di far diventare la tradizione anche un prodotto. La scrittura a stampa, cioè, consente di 'patrimonializzare' e confezionare per un pubblico esterno, soprattutto per il turismo, ciò che precedentemente era affidato solo ad una comunicazione orale e che per questo non era esportabile all'esterno, o in qualche modo commercializzabile.