ABSTRACT

Una parte della tradizione antica fu tutt’altro che benevola nei riguardi di Costantino e giudicò negativamente le sue scelte: politica religiosa, strategia e imprese militari, riforma monetaria e fiscale, riorganizzazione del sistema provinciale, modi di reclutamento dei funzionari non sfuggirono al biasimo; s’insinuarono dubbi sulla legittimità della sua nascita, sui mezzi utilizzati per conseguire il potere, sulla sua personalità morale. Panegiristica e produzione cristiana non riuscirono a obliterare del tutto le molteplici sfaccettature di una fama negativa che ne offuscarono in parte l’immagine. In forme non sempre esplicite, infatti, singoli motivi di critica affiorano qua e là nei Breviarii e in altre operette della seconda metà del quarto secolo, nonché in Zosimo-Eunapio. Un rinnovato interesse per la Quellenforschung, inoltre, ha fatto ravvisare tracce cospicue di quei testi, solo in minima parte conservati, in cui più evidente doveva manifestarsi il dissenso verso il primo principe cristiano.1 Letteratura pro e contro Costantino, peraltro, non fu omogenea e la stessa produzione di orientamento pagano presenta discrepanze consistenti nei toni in cui il biasimo o l’apprezzamento è espresso.