ABSTRACT

Se ci si limita a considerare l'oralità da un punto di vista strettamente linguistico, si ha tutto il diritto di dubitare che essa abbia qualcosa a che spartire con una questione di carattere narratologico come l'inattendibilità. Se però la si prende in esame non tanto come un autonomo sistema di comunicazione, ma come un insieme di componenti che possono essere esplicitamente rappresentate o allusivamente evocate nei testi letterari, le cose cambiano in modo radicale. Non si tratta qui di proporre un approccio critico focalizzato sugli aspetti formali e stilistici del racconto, ma di rendere conto della differenza spaziotemporale prodotta dal trasferimento di elementi orali dal loro ambiente naturale nell'universo conchiuso della scrittura. 1