ABSTRACT

Le considerazioni e le rif lessioni proposte per la prima volta in questo breve studio derivano da una più ampia ricerca, ancora in corso, relativa alla cultura accademica bolognese in età moderna e all’importante ruolo svolto dall’Accademia dei Gelati, crocevia dei saperi e luogo di incontro di alcuni dei maggiori intellettuali e artisti del tempo, nonché dei principali rappresentanti dell’autorità cittadina e delle più alte gerarchie ecclesiastiche. Da una lunga e accurata ricerca d’archivio sono, infatti, emersi interessanti documenti inediti e testi ancora poco conosciuti, che consentono di approfondire e chiarire alcuni aspetti dell’ambiente culturale di riferimento e di ipotizzare un nuovo percorso di studio e una più articolata prospettiva d’analisi del sistema delle istituzioni accademiche bolognesi, con un interesse particolare rivolto al funzionamento dei sodalizi e alle loro reciproche relazioni intellettuali.1 L’idea di partenza è quella di individuare e definire le caratteristiche di un modello accademico bolognese che si è andato manifestando nel tempo attraverso l’uso specifico di un codice espressivo iconico e verbale, ovvero attraverso il frequente impiego di un patrimonio figurativo condiviso e risemantizzato nei termini di una riconoscibile identità accademica. In questo senso, l’attività e la tipologia associativa dei primi cenacoli, dal Viridario all’Accademia dei Gelati, permettono di comprendere gli elementi costanti di una pratica culturale decisiva per lo sviluppo delle arti e della letteratura in età moderna.