ABSTRACT

Nel 1945, poco prima del finire della seconda guerra mondiale, Eduardo mise in scena un’opera che sarebbe negli anni diventata una pietra miliare sia nella sua produzione teatrale che nel contesto più ampio del teatro italiano e straniero 1 : Napoli milionaria!. La storia che questa commedia raccontava aveva luogo nel presente, proprio durante gli anni di guerra e il luogo era la Napoli devastata fisicamente e moralmente dal secondo conflitto mondiale. Quando Napoli milionaria! venne messa in scena per la prima volta il 25 marzo 1945 al Teatro San Carlo di Napoli, il successo fu clamoroso e il livello di immedesimazione del pubblico con quanto avveniva in scena, senza precedenti, come ricordò in seguito Eduardo:

Arrivai al terzo atto con sgomento. Recitavo e sentivo attorno a me un silenzio assoluto, terribile. Quando dissi la battuta finale [...], e scese il pesante velario, ci fu silenzio ancora per otto o dieci secondi, poi scoppiò un applauso furioso, e anche un pianto irrefrenabile [...]. Tutti piangevano e anch’io piangevo, e piangeva Raffaele Viviani che era corso ad abbracciarmi. Io avevo detto il dolore di tutti. 2

La rievocazione della sera della prima, nelle parole dell’autore, è la prova del potere eccezionale che quest’opera, con cui Eduardo inaugurava tra l’altro la sua nuova compagnia Il teatro di Eduardo con Titina De Filippo, ebbe in quel particolare momento storico a Napoli, quando il drammaturgo mise in scena, con grande coraggio e con grande compassione, le ferite della guerra ancora aperte, obbligando il pubblico a rispecchiarsi e a riconoscersi in quella storia di fame e avidità. Tutto ciò nonostante anche in quest’opera Eduardo fosse ricorso a svariate tecniche di “straniamento” che mettono in evidenza la teatralità della vicenda. Egli stesso infatti, la sera della prima dopo il primo atto, uscì sul proscenio — spezzando pertanto quella parete invisibile che divide attori e spettatori — per informare il suo pubblico che con il secondo atto sarebbe iniziato un nuovo tipo di teatro:

Alla fine del primo atto di Napoli milionaria!, Eduardo uscì alla ribalta per dire che con quel primo atto, buffo, finiva la sua prima maniera di fare teatro, e che dall’atto seguente sarebbe iniziato il suo nuovo teatro. Raccontata oggi, quell’uscita pare una solenne dichiarazione d’identità. Nel suo tempo fu soprattutto un modo di correggere le attese del pubblico e prepararlo ad una corretta visione. 3

38Si può dire che i “giorni dispari” inizino di fatto con il secondo atto di Napoli milionaria!, dove l’umorismo che pervade tutto il primo atto si smorza lasciando spazio ad una visione più tragica della natura umana. La situazione storica offre al drammaturgo lo spunto per continuare l’esplorazione dell’universo familiare mettendo in scena la famiglia attraverso lo scempio della guerra e quindi analizzando e valutando le sue conseguenze da un punto di vista affettivo, morale e materiale. La famiglia che ne emerge è profondamente cambiata e malgrado la nota di ottimismo alla fine del terzo atto, la figura di Amalia — protagonista della vicenda — preannuncia la progressiva disgregazione di un universo familiare ideale.